# 1

Le donne possono contrallare la propria capacità riproduttiva

La donna non ha sempre sotto controllo la propria fertilità. L’idea che le donne possano controllarla dà per scontato, erroneamente, che:

  • la contraccezione sia sempre disponibile e sicura al 100%
  • le donne siano sempre nella posizione di rifiutare un rapporto sessuale
  • le donne dovrebbero solo astenersi dai rapporti se non vogliono una gravidanza

Gli studi hanno dimostrato che da metà a due terzi di tutte le donne che si sono sottoposte all’aborto stavano usando contraccettivi nel momento in cui sono rimaste incinte. Nessun contraccettivo garantisce l’efficacia al 100%, neanche la sterilizzazione maschile o femminile. Inoltre i contraccettivi possono essere usati in modo scorretto. La sessualità e la contraccezione sono due ambiti della vita umana che hanno una grossa dose di imprevedibilità e disorganizzazione. Teniamo conto che al giorno d’oggi una donna è fertile per circa 35 anni, e per la maggior parte del tempo cerca di evitare una gravidanza che non desidera. Analogamente, se una persona guida una macchina per 35 anni cresce la possibilità che prima o poi abbia un incidente. Per di più è irragionevole moralizzare o giudicare una donna che ha rapporti sessuali per piacere, dal momento che la sessualità fa parte dei nostri bisogni.

Per di più i rapporti sessuali (o quelli non protetti) non sono sempre volontari. Molte donne ricorrono all’aborto dopo essersi trovate in situazioni in cui non hanno acconsentito liberamente al rapporto, o hanno subito pressioni, oppure sono state obbligate a un rapporto sessuale non protetto. Inoltre gli uomini possono non usare correttamente il preservativo.

Spesso i migliori metodi contraccettivi non sono disponibili o hanno costi proibitivi. 214 milioni di donne nel mondo non hanno accesso a un metodo contraccettivo efficace, soprattutto nei paesi in via di sviluppo. Questo mito è paradossale perchè coloro che sono contrari all’aborto spesso lavorano affinchè sia negata la contraccezione alle donne, inclusi tentativi di divieto o definanziamento.

Sono molteplici i motivi per cui le donne possono non desiderare di usare metodi contraccettivi. Alcune circostanze nella vita di una donna possono influenzare la sua fertilità e l’uso che lei fa dei contraccettivi, come le mestruazioni irregolari, la monopausa, l’abuso di sostanze, lo stato di salute e lo stress.          Inoltre due persone potrebbero incontrarsi in un momento di passione spontanea e non essere preparati ad usare metodi contraccettivi, o non voler interrompere il rapporto. I contraccettivi possono essere visti come fastidiosi da usare e per alcuni anche ridurre il piacere sessuale, perciò si può anche perdonare chi non li usa con costanza.

Fonti:

Guttmacher Institute: Adding It Up: Investire nella contraccezione e nella salute materna e neonatale, 2017

Royal Women’s Hospital, Victoria Australia: Aborto: i Miti

Population Reference Bureau, Necessità di contraccezione: Scheda informativa

# 2

Le donne usano l’aborto come metodo contraccettivo

Le donne non desiderano sottoporsi ad un aborto al posto di utilizzare un metodo contraccettivo. Questo mito dà per scontato che le donne siano irresponsabili e che un aborto sia più semplice dell’uso di contraccettivi. La decisione di fare un aborto per la maggior parte delle donne non è una cosa irrilevante. In più l’aborto non è accessibile a tutte le donne, il che previene che divenga un metodo anticoncezionale di prima scelta.

Molti aborti sono il risultato di fattori che fanno fallire un metodo contraccettivo o lo rendono difficile. Quando la contraccezione è disponibile facilmente la maggior parte delle donne sessualmente attive utilizzano i metodi in modo coscienzioso. Anche se tra metà e due terzi delle donne che fanno ricorso all’aborto al momento del concepimento stavano assumendo anticoncezionali, sappiamo che:

  • Nessun contraccettivo è sicuro al 100% inclusa la sterilizzazione.
  • Tutti i contraccettivi moderni hanno rischi associati ed effetti secondari.
  • Per alcune donne trovare un metodo adatto è molto difficile e l’accesso è sottoposto a cambiamento in molti paesi.

Il comportamento sessuale non è sempre consensuale o prevedibile. Persino quando è legale l’aborto può essere di difficile accesso in molti paesi del mondo. Per averne possono essere necessari tempo e denaro e in molti paesi non è sovvenzionato. Negli USA il costo medio era di 451 $ che sale a migliaia di dollari per un aborto in età gestazionale avanzata. Senza contare che per l’operazione occorre prendere ferie e spostarsi su lunghe distanze per trovare i servizi.

Le persone che usano l’aborto come mezzo di contraccezione sarebbero incinte in media  2-3 volte all’anno. Questo sarebbe complicato da gestire e non rientra nelle statistiche: negli USA il 61% delle donne ha tra 20 e 30 anni, 75% sono di classi economiche svantaggiate e il 59% hanno altri figli. (2014) Appare chiaro che tali persone non possono spendere ogni anno migliaia di dollari. In più se quasi metà delle donne americane che hanno fatto un aborto ne farà un altro nella sua vita, solo poche di loro ne avranno 3 o più di tre. Un alto tasso di aborti ripetuti sono associati con cambiamenti nello stile di vita (abuso di sostanze, abuso da parte del partner…) come da non disponibilità di contraccezione efficace.

Fonti:

Government of South Australia, Miti e fatti sull’aborto

Options for Sexual Health, Miti e fatti comuni sull’aborto

Everyday Feminism, 6 Miti dell’aborto Sfatato (2014)

Think Progress, Pricing American Women Out Of Abortion, One Restriction at A Time, by Tara Culp-Ressler (2015)

Guttmacher Institute, Aborto indotto negli Stati Uniti, 2013

Guttmacher Institute, Aborto ripetuto, gravidanza non voluta, politiche governative ripetute e sbagliate (2007)

# 3

Solo donne egoiste ed irresponsabili ricorrono all’aborto

Questo mito è costruito sul sessismo. Le donne che decidono di non avere figli sono spesso ritratte come egoiste e menefreghiste. L’opinione comune attribuisce l’egoismo all’aborto perchè ci si aspetta che le donne si mettano in secondo piano e vogliano sempre assumere il ruolo di nutrice e madre. Il mito del sacrificio di sé fa parte di ciò che a livello sociale costituisce la femminilità: le donne sono valutate principalmente per la loro bellezza e il ruolo di madre. Ma le donne non sono agnelli sacrificali – hanno il diritto di vivere le loro vite.

Molti fattori influiscono sulla decisione di terminare una gravidanza; non si tratta di una scelta facile o immediata. Ma è generalmente una decisione responsabile perchè una donna sa quando non è pronta per prendersi cura di una creatura. Scegliere di non proseguire una gravidanza è una scelta molto materna, volta ad assicurare una migliore stabilità economica per la propria famiglia e il proprio futuro.

Tante donne che ricorrono all’aborto sono giovani o indigenti, ciò significa che probabilmente non sono pronte o non hanno le migliori condizioni per diventare genitori. Ad esempio la testimonianza di Lori: “Ho abortito appena compiuti 16 anni. Venivo da una famiglia povera e problematica, onestamente non avevo idea di come fosse facile rimanere incinta. Sapevo che portare un bambino nel mondo dove stavo vivendo non sarebbe stato giusto. Il bambino sarebbe cresciuto povero e gli avrei dato una famiglia disfunzionale proprio come quella da cui provenivo e avremmo avuto poche speranze per il futuro. Mi sento che ho preso la miglior decisione che una madre possa prendere per un bambino.”

La decisione di se, quando e come avere un bambino è completamente vostra.

Fonti:

Everydayfeminism.com – 6 Miti dell’aborto che dobbiamo mettere a riposo una volta per tutte

# 4

Le donne non hanno il diritto di decidere sulla vita di un altra persona

Un embrione o un feto non è “un’altra vita”. Si tratta del frutto dell’utero di una donna e dipende totalmente da lei. Persuadere una donna a portare avanti una gravidanza la mette in secondo piano rispetto al feto/embrione. Infliggere un lavoro o asservire una persona è vietato dall’articolo 4 della dichiarazione universale dei diritti dell’uomo.

La società non ha il diritto di dare priorità al feto rispetto alla vita della donna. Il controllo della propria fertilità è uno dei diritti fondamentali dell’uomo. Proibire l’accesso all’aborto è far diventare una donna un cittadino di seconda categoria. Quando l’aborto è vietato e i diritti del feto sono protetti dalla legge i corpi, i diritti e la salute delle donne sono subordinati alla protezione degli embrioni.                                            Prima che l’aborto divenisse legale in molti paesi le donne avevano due opzioni: sottoporsi ad un aborto illegale e non sicuro per la salute e la vita oppure continuare la gravidanza, anche in situazioni precarie sia per madre che per feto.

Le conseguenze legali delle leggi anti-abortiste sono catastrofiche, come abbiamo visto in Romania, Irlanda, Nicaragua, Brasile, Polonia, grossa parte dell’Africa e altri paesi. Oggigiorno una stima di 22.000-43.000 donne muoiono ogni anno e oltre 8 milioni subiscono i danni di procedure di aborto non sicure.

Fonti:

Universal Declaration of Human Rights

Convention on the Elimination of All Forms of Discrimination Against Women (CEDAW) – Articolo 16, Matrimonio e famiglia

serendip.brynmawr.edu – Aborto e diritti delle donne: Unificazione di Pro-Vita e Pro-Choice attraverso il femminismo (2008)

International Journal of Gynecology & Obstetrics  (il link va al blog dell’autore) – Un appello al consenso e alla cooperazione per risolvere le diverse stime dei decessi legati all’aborto (2016)

Guttmacher Institute – Vietare l’aborto mette in pericolo la salute delle donne

# 5

Una donna religiosa non farebbe mai un aborto

Può succedere che richiedano un aborto donne che appartengono alle più diverse confessioni religiose. Le donne cattoliche si sottopongono ad aborto con gli stessi tassi di altre donne, nonostante la Chiesa Cattolica sia anti abortista. Il 50% delle donne americane che fanno un aborto vanno in chiesa almeno una volta o più a settimana, mentre un altro 45% va in chiesa meno di una volta a settimana.                        Quasi i ¾ delle donne americane che si sottopongono ad un aborto dichiarano di appartenere ad una fede religiosa.

Esistono un certo numero di organizzazioni religiose nel mondo, che supportano la possibilità della donna di scegliere liberamente se continuare una gravidanza, abortire o dare in adozione la creatura. L’aborto non è condannato nei testi sacri di molte religioni e quasi tutte le religioni hanno al loro interno correnti di pensiero più progressiste che supportano il diritto all’aborto. Per maggiori informazioni vedere:

Fonti:

Guttmacher Institute – Aborto indotto negli Stati Uniti (2017)

# 6

Solo certi tipiI di donne incorrono in gravidanze non desiderate e aborto

Donne dai retroterra più svariati possono incorrere in gravidanze non desiderate, comprese, a volte, donne anti abortiste.

Solo una minoranza sono teenager                                                                                           • Considerando 40 paesi in cui l’aborto è legale sono documentati dei tassi di aborto più bassi rispetto alla popolazione generale. Nel nord America le donne al di sotto dei 19 anni rappresentano il 18%  mentre in Europa si attestano all’11%.

• In Australia  in una statistica condotta su base annuale si sono rivolte ad un centro per i servizi abortivi il 90% donne tra 18 e 40 anni e il 10% donne sotto i 18 anni.

Sono donne di ogni origine e provenienza
• L’aborto è praticato da donne di ogni origine, classe sociale e al di là che vi siano leggi che lo limitano o vietano.

• Le donne di ogni paese, lingua madre, religione, gruppo etnico o provenienza socio-economica scelgono di abortire.

Si tratta sia di donne senza figli che di madri
• Secondo una statistica australiana effettuata nel corso di un anno in un centro cui si rivolgono le donne per abortire, il 50% di esse aveva già almeno un figlio.

• Negli USA il 59% delle donne che si sottopongono aborto hanno almeno un figlio.

• Il 45% delle donne americane che fanno un aborto sono sposate o convivono.

Fonti:

“The only moral abortion is my abortion” (2000)

Royal Women’s Hospital, Victoria Australia – Aborto: i miti

Guttmacher Institute – Aborto indotto negli Stati Uniti (2017)

Guttmacher Institute – Aborto indotto in tutto il mondo (2016)

Obstetrics & Gynecology – Variazioni dei tassi di aborto tra il 2000 e il 2008 e l’incidenza dell’aborto a vita (2011)

# 7

Le donne che abortiscono non apprezzano il valore della maternità

Aborto e maternità non sono necessariamente due cose in conflitto.

Un ampio numero di donne è molto consapevole di cosa sia essere genitore e vogliono creare una famiglia solo quando è il momento giusto. Sono preoccupate di creare un ambiente stabile per loro stesse e i loro figli. Spesso la loro decisione di abortire è influenzata dal desiderio di dare il meglio ai figli o neonati che già hanno. Ricordiamo infatti che secondo statistiche USA il 59% di donne che abortiscono hanno minimo un figlio. Queste donne comprendono la responsabilità della genitorialità e cosa significa avere un altro figlio senza avere risorse adeguate per farlo “nel miglior modo possibile”. Tutto ciò le mette nella posizione adeguata per prendere una decisione sulla gravidanza in atto.

La decisione di abortire può essere altruista e responsabile.  Si tratta di un atto connesso ad un buon rapporto con la maternità perchè rende possibile alle donne di prendersi cura della loro famiglia già esistente e di avere ulteriori figli quando possono dare loro l’amore e le risorse di cui hanno bisogno.

“Abortire non è il male minore. È un atto pro-famiglia, pro-vita, morale e buono. Per molti milioni di donne ha voluto significare prendere possesso della loro vita e proseguire con le proprie responsabilità, e familiari e sociali.” Patricia W. lunneborg autrice di  Abortion: A positive decision.

Questo mito serve anche per creare una divisione del mondo falsa e sessista tra le donne “normali” che sono madri “naturali” e le donne “anormali” che non vogliono divenire genitori per una varietà di motivazioni. Raramente la decisione maschile di avere o no una famiglia è giudicata allo stesso modo.

Fonti:

Royal Women’s Hospital, Victoria, Australia – Aborto: I Miti

Abortion: A Positive Decision

Guttmacher Institute – Aborto indotto negli Stati Uniti (2017)

# 8

Le donne minorenni hanno bisogno del consenso dei genitori per abortire

Non i dovrebbero essere limiti di età precisi per abortire. In paesi come il Canada esiste una dottrina chiamata “il minore maturo” per cui è a discrezione dei dottori assicurasi che il minore sia abbastanza maturo per prendere le proprie decisioni senza essere forzato da nessuno. Vi sono altri paesi in cui l’aborto è assicurato alle ragazze sotto i 16 anni senza il consenso dei genitori ma con il consenso informato del paziente.

Secondo la legge austriaca, solo i minori sotto i 14 anni hanno bisogno dell’approvazione dei genitori o di chi ne esercita le veci. Mentre una donna tra 14 e 18 anni deve dare il consenso ad un trattamento personalmente, provando che possiede le capacità per comprendere la procedura e formulare una decision. Se il minore ha una carenza cognitiva l’approvazione di un parente o di un tutore legale è obbligatoria.

Negli USA in 37 stati è obbligatorio il consenso dei parenti. Leggi come questa servono semplicemente a porre ostacoli non necessari nel loro percorso, e creano possibili rischi per la salute.  Teenager con una vita familiare difficile o violenta potrebbero non essere al sicuro coinvolgendo i genitori. Succede che i genitori forzino immoralmente un adolescente a portare avanti una gravidanza contro la sua volontà compromettendo la sua salute e il suo futuro.


Fonti:

Abortion Legislation in Europe

Abortion Rights Coalition of Canada, Ingiustizia e danni delle leggi di consenso dei genitori per l’aborto (2014)

Guttmacher Institute – Coinvolgimento dei genitori negli aborti dei minori (2017)

# 9

Ci sono donne che hanno già effettuato 6-7 aborti

Negli USA circa il 50% delle donne che abortisce non ha mai abortito prima e il 29% ha avuto solo un precedente aborto. Considerando che la maggior parte delle donne sono fertile per più di 30 anni e che la contraccezione non è perfetta la probabilità di avere una o due gravidanze indesiderate è molto alta. Quando una donna si ritrova accidentalmente incinta c’è solo un trattamento che è l’aborto. Perciò le donne non dovrebbero essere giudicate per sottoporsi a più di un aborto o subire delle restrizioni nella possibilità di farlo.

Statisticamente è importante capire che una volta che l’aborto è legalizzato in un paese per alcuni anni si assiste ad un aumento degli aborti consecutivi, tuttavia in un paio di decadi tale numero si stabilizza così come è adesso negli USA.  Inoltre se la contraccezione è facilmente accessibile dovrebbe ridurre il tasso di aborti ripetuti.

Un numero alto di aborti nella vita di una donna di solito è il riflesso di una mancanza di accesso alla contraccezione nel proprio paese (come è in Russia). Esistono ricerche che dimostrano come alcune donne siano più fertili di altre il che può causare una maggiore difficoltà nel trovare un contraccettivo efficace. Per esempio uno studio canadese ha dimostrato che alcune donne ovulano due volte al mese il che le rende più sottoposte a rischio di gravidanze indesiderate.

Fonti:

New Scientist – Le donne possono ovulare più di una volta al mese (2003)

Guttmacher Institute – Aborto ripetuto negli Stati Uniti (2006)

Guttmacher Institute, Aborto ripetuto, gravidanza non voluta, politiche governative ripetute e sbagliate (2007)

# 10

Molte donne abortiscono a ridosso della data del parto

Questo è un mito oltraggioso e offensivo per le donne (e medici). Nei paesi in cui l’aborto è legale, l’aborto avanzato è effettuato solo in casi strettamente necessari a livello medico. Si tratta per lo più di feti con anormalità gravi o casi in cui la salute/vita della donna è fortemente a rischio. Dove l’aborto è ristretto o proibito persone senza scrupoli possono offrire procedure non sicure per aborti in gravidanze avanzate a persone vulnerabili o disperate.

Il Canada è il solo stato democratico nel mondo in cui le leggi che regolano l’aborto non hanno limiti di epoca gestazionale.  Al momento attuale le donne canadesi raramente abortiscono nel terzo trimestre e solo per le ragioni menzionate sopra. Gli aborti successivi all’età gestazionale in cui il feto può sopravvivere sono rari perché:

  • Fintantoché l’aborto è legale e accessibile le donne si presenteranno prima possibile. Un accesso facile sostiene un accesso veloce e precoce. Nella maggior parte dei paesi in cui l’aborto è sicuro e legale il 90% degli aborti è effettuato nel primo trimestre. La maggior parte dei successivi sono fatti tra 16 e 18 settimane con solo una piccola percentuale effettuata nel terzo trimestre. In Canada per esempio nel 2015 il tasso di aborto dopo 22 settimane è stato stimato del 0.59%.
  • Molti dei centri dove sono effettuati gli aborti provvedono solo a quelli del primo trimestre o del precoce secondo trimestre. Solo una parte dei medici ha le capacità e la volontà di effettuare aborti del terzo trimestre.  Nessun dottore competente lo effettuerebbe con il supporto di un team medico, una struttura e soprattutto delle ragioni. Gli aborti del terzo trimestre sono complicati sia per il feto che per la donna che per il medico e non sono mai presi alla leggera

Fonti:
sisterresist.wordpress.com

Daily Beast: Perché le donne sono andate da Kermit Gosnell erano disperate (2013)

Coalizione per i diritti dell’aborto del Canada:
•  Benefits of Decriminalization (2013)
•  Statistics – Abortion in Canada (2017)

# 11

Le donne sono costrette ad abortire

Le donne sono persone autonome e riflessive, che decidono razionalmente se avere un bambino o abortire in base alle condizioni attuali della loro vita e ai loro progetti futuri – allo stesso modo in cui qualsiasi adulto prende decisioni difficili in molte altre situazioni.

Tuttavia, gli anti-choice spesso sostengono che la maggior parte delle donne abortisce perché sottoposta a pressioni da parte di genitori, partner, medici, assistenti sociali, consulenti, ecc. Le persone anti-choice possono anche affermare, o insinuare, che le donne agiscono in preda al panico, o che sono emotivamente sopraffatte e non pensano con lucidità; pertanto, hanno bisogno di una consulenza obbligatoria e di tempo per riflettere sulla loro decisione.

Numerosi studi dimostrano che la maggior parte delle donne decide insieme al partner o da sola, e tende ad essere molto sicura della propria decisione quando arriva in clinica. Gli operatori indipendenti di aborti nel Regno Unito riferiscono che solo una piccola percentuale (addirittura il 6%) delle donne che si rivolgono al loro servizio opta per una consulenza “formale”, poiché molte ritengono che la consulenza non sia necessaria e la trovano invadente. Pertanto, le leggi che presuppongono che la maggior parte delle donne sia in conflitto con la decisione di abortire e abbia bisogno di tempo e informazioni aggiuntive si basano su miti anti-choice.

Un’altra affermazione correlata è che se le donne ricevessero tutto il sostegno finanziario e psicologico di cui hanno bisogno, non abortirebbero. Sebbene i problemi finanziari abbiano spesso un ruolo nel processo decisionale, raramente sono l’unica ragione per abortire. La realtà è che la maternità indesiderata è associata a un aumento della povertà e le donne non vogliono diventare dipendenti dall’assistenza sociale a causa di un figlio indesiderato. Inoltre, molte donne semplicemente non vogliono un figlio, o non in questo momento della loro vita.

Fonti:

BMJ Sexual and Reproductive Health. The decision to opt for abortion. 2008

Reuters. Women who choose abortion are certain of the decision. 2016

Family Planning Association, and Brook (UK). Decision-making support within the integrated care pathway for women considering or seeking abortion. 2014

Huffington Post. Abortion Denied: Consequences for Mother and Child. 2015

# 12

Solo le donne abortiscono

La retorica sull’aborto è fortemente legata al genere. Spesso non viene riconosciuto che le pazienti che abortiscono non sono esclusivamente donne cis (donne nate donne).

Ci sono molti uomini transgender che a volte hanno bisogno di accedere all’aborto e ad altre cure riproduttive correlate. Ci sono anche molte persone trans che non rientrano nel binario di genere ma hanno comunque bisogno di abortire, ovvero persone che non si identificano né come maschio né come femmina, o forse come un terzo genere. Il fatto che l’aborto sia così spesso inquadrato dal punto di vista di una donna significa che coloro che sono emarginati in altri modi non vengono ascoltati e le loro storie non sono viste come importanti.

Gli attivisti per i diritti riproduttivi e gli operatori sanitari hanno tradizionalmente discriminato le persone transgender attraverso l’esclusione e la mancanza di un loro riconoscimento. Dobbiamo stare dalla parte delle persone transgender. Ciò non significa cancellare le donne cisgender dal nostro linguaggio, ma includere le persone transgender nelle nostre discussioni, riconoscendo i loro bisogni unici (e ugualmente simili) e assicurando che ricevano la cura e il rispetto che meritano.

Fonti:

everydayfeminism.com – 6 Abortion Myths We Need to Put to Rest Once and For All (2014)

Abortion Rights Coalition of Canada – Transgender Inclusivity (2015)