# 1

Chi pratica l’aborto lo fa per i soldi

I medici che praticano l’aborto in genere fanno pagare le loro prestazioni meno dei medici di altre specialità. Non solo l’assistenza all’aborto è meno redditizia rispetto alla maggior parte delle altre branche della medicina, compresa l’ostetricia, ma di solito è anche meno rispettata e meno prestigiosa. Lo stigma dell’aborto significa che gli stessi operatori sono spesso stigmatizzati, anche dai loro colleghi di altre specialità. Inoltre, molti di loro continuano a lavorare nonostante le continue minacce alla loro vita e alla loro sicurezza. Questi fattori rendono il profitto una priorità improbabile o minima per la maggior parte degli operatori che praticano l’aborto. Infatti, le testimonianze personali degli operatori sottolineano spesso la soddisfazione e la gioia che traggono dal poter aiutare le donne in modo diretto e tangibile. Per esempio, un’operatrice di New York, la dottoressa Maureen Paul, ha dichiarato:

“Amo assolutamente il mio lavoro. Ogni aborto è la storia di una donna e alcune di queste storie sono difficili. È davvero importante aiutare le donne a superare l’esperienza dell’aborto in modo che ne escano sentendo di aver fatto la scelta migliore per la loro vita. È meraviglioso di fare parte di questo processo. So che ogni volta che faccio un aborto a una donna che lo sceglie, le sto salvando la vita sia in senso letterale che figurato”.

La maggior parte dei medici entra in medicina per il desiderio di aiutare le persone, e chi pratica l’aborto non è diverso. Dopotutto, non diamo per scontato che, dato che molti altri medici sono pagati lautamente, come i cardiochirurghi, lo facciano quindi “solo per i soldi”. Ovviamente, tutti i medici meritano un reddito ragionevole perché seguono per anni una formazione specializzata e la loro professione comporta un’enorme responsabilità nei confronti della società.

Negli Stati Uniti, il costo di un aborto precoce è rimasto pressoché invariato almeno dal 2008: circa 500 dollari. L’aborto è tutt’altro che un’attività lucrativa, ma cercare di limitare l’accesso alle informazioni sulla libertà riproduttiva costa ai contribuenti miliardi. Nel 2010, ad esempio, le gravidanze indesiderate sono costate ai contribuenti americani 21 miliardi di dollari. I contribuenti hanno pagato il 68% degli 1,5 milioni di nascite non pianificate, per un costo medio di 12.770 dollari a nascita. Le cliniche che praticano l’aborto in realtà fanno risparmiare i soldi dei contribuenti, prevenendo future gravidanze indesiderate attraverso la fornitura di anticoncezionali e l’educazione.

Fonti:

Physicians for Reproductive Choice and Health, Why I Provide Abortions (2005)

Guttmacher Institute, Public Costs from Unintended Pregnancies

Guttmacher Institute, The Cost of Abortion, When Providers Offer Services and Harassment of Abortion Providers All Remained Stable Between 2008 And 2012 (2015)

Ms. Magazine, 10 Worst Abortion Myths–and How to Refute Them (2010)

Public Eye, Abortion Myths, by Marlena Sobel