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Il feto e´una persona dal momento del concepimento

Quando gli antiabortisti dicono che il feto è una persona sin dal momento del concepimento, la loro tesi si basa sul fatto che lo zigote consiste in una combinazione unica di DNA femminile e maschile che porterebbe all’esistenza di una persona unica, la quale sarebbe privata della possibilità di vivere se venisse abortita. Questa logica è fallace, poichè anche se vi è continuità dal concepimento alla morte, esiste una differenza tra una persona e il potenziale di un possibile essere vivente. Una “vita potenziale” non esiste ancora come persona o essere vivente, ma ha soltanto il potenziale di diventarlo, se la gravidanza arriva a termine e la creatura nasce viva. Allo stesso modo possiamo dire che una persona di 12 anni è un “potenziale conducente” poichè potrebbe ottenere la patente qualche anno più tardi, ma non è ancora conducente e potrebbe non diventarlo mai.

La vita potenziale non può avere più valore della vita effettiva della donna incinta che sarebbe compromessa, o addirittura sacrificata se fosse obbligata a partorire. Per farla semplice, le donne sono molto più importanti degli embrioni e dei feti. Le donne sono persone con diritti e con vita propria, i feti no.

Legalmente e socialmente si riconosce come inizio ufficiale della vita la nascita, poichè il nuovo nato guadagna un’esistenza separata e gli vengono riconosciuti i suoi diritti. Se i feti fossero soggetti giuridici, le donne incinte perderebbero il loro stato di persona e diventerebbero incubatrici mandatarie dello Stato, a discapito della loro salute e della loro vita. Il diritto internazionale e gli accordi globali sui diritti umani riconoscono che i feti non possono avere diritti, perchè questo comprometterebbe seriamente i diritti delle donne. Nei paesi dove ci sono importanti restrizioni circa l’accesso all’aborto, o dove c’è un alto numero di obiettori di coscienza, come Irlanda, El Salvador, Nicaragua, Polonia e Italia, i medici si sono rifiutati di intervenire su donne incinte con gravi complicazioni o su donne che rischiavano la vita e avevano bisogno di aborti terapeutici, fino a lasciarle morire.

Negli Stati Uniti le leggi sul “feticidio” miravano a proteggere le donne dalle violenze, ma hanno invece attribuito uno stato di persona ai feti, causando la persecuzione di centinaia di donne per presunti danni ai loro feti. Quando i feti sono considerati persone, le donne possono essere criminalizzate per un aborto o una morte intrauterina, oppure per qualsiasi comportamento che possa compromettere il feto, come bere alcolici, assumere droghe o guidare senza cintura. I tentativi di attribuire uno stato di persona al feto sono sconfinati nell’ambito civile e in quello medico. Ci sono stati infatti casi di cesarei forzati, di trasfusioni di sangue effettuati su donne incinte la cui religione non lo ammette, e persino casi in cui è stata negata la volontà della donna. In queste circostanze i diritti del feto, sia prima che dopo la soglia di sopravvivenza, sono stati prioritari rispetto a quelli della donna. E questo mette le donne in una condizione di cittadini di seconda classe, con diritti limitati, subordinate ai feti che portano in grembo.

Fonti:

Victims of Conscientious Objection

www.publiceye.org

Center for Reproductive Rights, Who’s Right to Life?

National Advocates for Pregnant Women

The prohibition on abortion constitutes violence against women  (International Federation for Human Rights)

Ireland Abortion: the Law is Failing Women  (Guardian)